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Tessiner Filmfestival zu den Menschenrechten

Chiara Fanetti
16. September 2022

«Myanmar Diaries» von The Myanmar Film Collective, 2022. Der Film wird am FFDUL gezeigt.

Vom 19. bis 23. Oktober findet in Lugano zum 9. Mal eine Veranstaltung statt, die das Diskutieren in und um die Kinosäle zurückbringt: Das Film Festival Diritti Umani Lugano.

Es befindet sich weder in Zürich noch in Genf, eines der schönsten Schweizer Kinos: Mitten im Zentrum von Lugano steht es. Gebaut wurde das Cinema Corso von einem der bekanntesten Schweizer Architekten, Rino Tami. Das 1956 fertiggestellte Kino erlebte glanzvolle Jahre mit ausverkauften Vorstellungen und Warteschlangen, die sich den ganzen Häuserblock entlangzogen. Heute fehlt ihm eine echte Programmgestaltung, und weder Stadt noch Kanton scheinen sich dafür zu interessieren, es erstrahlt einzig im Oktober, wenn es sich anlässlich des Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL) während fünf Tagen von früh bis spät mit Publikum füllt.

Wer in Lugano wohnt oder sich öfter dort aufhält, den bewegt dieser Anblick, man hat einen Moment lang das Gefühl, in Zürich oder Genf zu sein, wo unbeugsame Kinos die Viertel mit Kulturangeboten und als soziale Treffpunkte beleben. Genau das sind auch die zwei Seelen des FFDUL: Eine Auswahl an Filmen und dazu ein reiches Programm an Debatten und Begegnungen rund um das Thema Menschenrechte.

In Genf und Zürich ist das nichts Neues. In beiden Städten gibt es längst etablierte Veranstaltungen, die fast den gleichen Namen tragen und dieselben Ziele verfolgen wie das Tessiner Festival, und doch haben sie unterschiedliche Identitäten, trotz des seit 2015 bestehenden Netzwerks International Film Festivals and Forums on Human Rights – Swiss Network. «Mit dem Human Rights Film Festival (HRFF) in Zürich haben wir schon immer zusammengearbeitet, nun hoffen wir, auch eine ähnliche Beziehung zum Festival du film et forum sur les droits humains (FIFDH) in Genf aufbauen zu können. Die Voraussetzungen sind endlich gegeben», sagt Antonio Prata, Regisseur und seit 2016 künstlerischer Leiter des FFDUL. Ob der Wechsel in der Leitung des grossen Genfer Festivals etwas bewirkt? Wir werden es sehen.

 

Der Film im Mittelpunkt
Während das FFDUL für die restliche Schweiz noch von marginaler Bedeutung ist, pflegt es grenzüberschreitende Kooperationen, so mit dem Mailänder Festival dei Diritti Umani, mit dem es Titel im Programm tauscht und sich gegenseitig bei der Werbung unterstützt. Im Mittelpunkt der Mailänder Veranstaltung stehen journalistische Aspekte, während die Filme eher eine Nebenrolle spielen: «In Mailand ist man im Bereich Diskussion, als Forum, sehr stark. Die Veranstaltung funktioniert vor allem als Plattform, sie verbindet sich von Mailand aus per Streaming mit Schulen und Gästen in ganz Italien», fährt Prata fort. Eine solche Dimension wäre in der mehrsprachigen Schweiz nicht leicht zu erreichen. Doch die Debatten vor Ort zur Begleitung der Filme sind in Lugano immer sehr gut besucht. Am mitreissendsten sind jedoch die Filmvorführungen, bei denen Schulen im Publikum sitzen: 2021 besuchten das Festival 89 Klassen mit 16- bis 19-jährigen Schüler:innen aus dem ganzen Kanton.

Wenn in Milano die Diskussionen das zentrale Element sind, was ist dann beim FFDUL das Herzstück? «Die Filme. Die künstlerische Auswahl, das Programm: Sie bilden den Kern unseres Festivals», sagt Antonio Prata.

Aber «Filmfestival» bedeutet normalerweise doch, dass es einen Wettbewerb gibt, das ist beim FFDUL aber nicht der Fall … «Wenn die Umstände es erlauben, möchten wir nächstes Jahr, anlässlich der 10. Ausgabe des Festivals, etwas in diese Richtung unternehmen.»

 

Mehr als diskutieren
Vorerst wird das Festival 2022 mit einem Bildungsprojekt im Filmbereich aufwarten, einem Studierendenaustausch für die Realisierung einer Diplomarbeit, an dem sich zwei Filmschulen beteiligen: das CISA Locarno und die Escuela de Formación Audiovisual Abidin Kaid Saleh, die ihren Standort in den Sahrawi-Flüchtlingslagern in Tinduf, Algerien, hat. Das Ergebnis soll im Oktober 2023 präsentiert werden. Die Initiative lässt das Festival auch über die fünf Veranstaltungstage hinaus fortleben, und vor allem weist sie über Diskussionen hinaus und konkretisiert die Reflexionen rund um das grosse Thema Menschenrechte mit filmischen Mitteln.

 

Versione originale Italiano: 

Anche in Ticino c’è un film festival sui diritti umani

Dal 19 al 23 ottobre si svolgerà a Lugano la nona edizione di un evento che ha riportato la discussione intorno e dentro la sala cinematografica: il Film Festival Diritti Umani Lugano.

 

Una delle sale cinematografiche più belle della Svizzera non è a Zurigo e nemmeno a Ginevra: è in pieno centro a Lugano. È il cinema Corso ed è stato progettato da uno dei più noti architetti svizzeri, Rino Tami. Terminata nel 1956, la sala di via Pioda ha vissuto anni di splendore, tra proiezioni esaurite e code di persone in fila lungo l’intero isolato. Oggi, orfana di una vera programmazione e senza un apparente interesse da parte di autorità cittadine o cantonali, torna a splendere solo nel mese di ottobre, quando si riempie di pubblico da mattina a sera, per cinque giorni di fila, in occasione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL). 

Per chi abita e frequenta la città è un’immagine commovente e per un attimo sembra davvero di trovarsi a Zurigo o Ginevra, dove irriducibili sale animano i quartieri con proposte culturali e di aggregazione sociale. Le due anime del FFDUL sono le stesse: una selezione di film abbinata ad una ricca serie di dibattiti ed incontri su tematiche legate ai diritti umani.

Ecco, forse proprio a Ginevra e Zurigo questo scenario non sembrerà nuovo. In queste due città esistono da tempo affermate manifestazioni che portano praticamente lo stesso nome e hanno lo stesso scopo di quella ticinese, eppure si tratta di identità differenti e non sempre comunicanti, anche se dal 2015 esiste l’International Film Festivals and Forums on Human Rights - Swiss Network. « Con il Human Rights Film Festival (HRFF) di Zurigo c’è sempre stata collaborazione, l’auspicio ora è di rendere possibile questo tipo di rapporto anche con il Festival du film et forum sur les droits humains (FIFDH) di Ginevra. Finalmente sembrano esserci i presupposti per farlo », ci dice Antonio Prata, regista e direttore artistico del FFDUL dal 2016. Che questo dipenda dal cambio di direzione del grande festival ginevrino? Staremo a vedere.

 

I film al centro

Se nel resto della Svizzera la presenza del FFDUL sembra ancora marginale, le collaborazioni non mancano oltre confine, con il Festival dei Diritti Umani di Milano, con cui c’è uno scambio di titoli in cartellone e di promozione reciproca. Un evento, quello milanese, dove al centro c’è la vocazione giornalistica, mentre la presenza dei film è secondaria: « Loro lavorano molto bene sulla parte di discussione, di forum. Sono soprattutto una piattaforma e da Milano si connettono in streaming con scuole e ospiti da tutta Italia », continua Prata. Una dimensione che in un paese multilingue come la Svizzera non si realizza facilmente. A Lugano però i dibattiti in sala a margine dei film godono sempre di un’ottima affluenza ma le proiezioni più coinvolgenti sono quelle a cui partecipano le scuole: nel 2021 c’erano 89 classi di ragazze e ragazzi da tutto il cantone, tra i 16 e i 19 anni. 

Ma se a Milano l’elemento centrale è la discussione, qual è il cuore del FFDUL?
« I film. La selezione artistica, la programmazione: sono il nucleo del nostro festival »,
risponde Antonio Prata. Eppure di solito la definizione di « festival cinematografico » prevede anche la presenza di un concorso, che per ora al FFDUL non c’è… « Per la prossima edizione, quella del decimo anno, vorremmo muoverci in quella direzione, disponibilità permettendo ».

 

Oltre il dibattito

Intanto nel 2022 il festival per la prima volta proporrà un progetto cinematografico formativo, che prevede uno scambio di studenti per la realizzazione di un lavoro di diploma che coinvolge due scuole di cinema: il CISA di Locarno e l’Escuela de Formación Audiovisual Abidin Kaid Saleh, che ha sede nei campi rifugiati saharawi a Tindouff, in Algeria. Il risultato di quest’esperienza sarà poi presentato ad ottobre 2023. Un’iniziativa che proietta il festival oltre i cinque giorni di manifestazione ma soprattutto oltre la discussione e il dibattito, per rendere più concreta la riflessione intorno al grande tema dei diritti umani, sempre attraverso il cinema. 

Chiara Fanetti

 

 

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