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L’importanza delle retrospettive

Max Borg
23. Juli 2020

«Au nom du Christ» (1993), di Roger Gnoan M'Bala.

I festival di cinema sono luoghi di novità e d'invenzione, ma non solo. Anche i film del patrimonio ci trovano uno spazio di qualità che manca ancora online.

Alcuni grandi festival americani, come il Sundance e Toronto, non le organizzano proprio. Due colossi europei come Cannes e Venezia le hanno sostituite con la sezione Classics, che propone restauri recenti in anteprima mondiale. Parliamo delle retrospettive, colonna portante di molti festival importanti in Svizzera (che si tratti della sezione apposita a Locarno o di programmi con un nome leggermente diverso come gli Ateliers di Visions du Réel) e in Europa (Berlino, Torino, Annecy, Karlovy Vary).

Un evento importante per rivedere grandi titoli del passato e (ri)scoprire cinematografie meno note, spesso trascurate dal mercato dello streaming, almeno per quanto riguarda le piattaforme più gettonate. Netflix ha un catalogo molto scarno per quanto concerne ciò che è uscito prima degli anni Novanta, e Amazon Prime Video spesso propone versioni – fornite dal distributore locale – prive della lingua originale. « Va precisato che è un problema legato a paesi specifici, come la Svizzera, dice Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque suisse. In America, ad esempio, esiste il Criterion Channel, che ha un ampio catalogo di opere del passato, ma da noi non è disponibile».

Frédéric Maire, che è stato anche direttore artistico del Locarno Film Festival, sottolinea l’importanza delle retrospettive ma anche il problema principale quando le si vogliono organizzare al giorno d’oggi: « Molti film non sono stati restaurati in digitale, perché le cineteche e gli archivi tendono a dare la precedenza ai film più noti e importanti. A quel punto bisogna cercare le copie in pellicola, che a volte non esistono più o sono in condizioni tali da non potere essere mostrate al pubblico. »

 

Cinema muto immersivo

Particolarmente significativo è il caso del cinema muto, che pur godendo di una certa popolarità in DVD tramite etichette specializzate rimane popolare soprattutto in occasione di festival come il Cinema Ritrovato a Bologna o le Giornate del Cinema Muto a Pordenone. Jay Weissberg, direttore di quest’ultimo evento, ritiene che ciò sia dovuto alla qualità immersiva dei film muti: « In sala diventa una vera esperienza collettiva, e c’è l’accompagnamento musicale dal vivo, che non puoi replicare in home video o su un servizio di streaming. Anzi, a volte mi è capitato di vedere un film muto in DVD con una colonna sonora scritta appositamente per quell’edizione, e non era la musica giusta per quel titolo. »

Questo è anche uno dei motivi per cui Weissberg non ritiene fattibile un’edizione online del suo festival, sostituito quest’anno da una collaborazione con vari archivi : « Al di là della componente musicale, trasferire il programma online non sarebbe possibile per noi perché proiettiamo quasi tutto in pellicola, molti titoli non esistono su supporto digitale. » Questo perché il restauro comporta dei costi, ed è il motivo per cui, come menzionato in precedenza, si tende a dare la priorità a titoli più forti e già noti al grande pubblico.

A tale proposito abbiamo parlato anche con Juliette Rajon e Gérald Duchaussoy, rispettivamente direttrice e responsabile della programmazione del Marché International du Film Classique, organizzato ogni anno durante il Festival Lumière a Lione, appuntamento immancabile per gli amanti del cinema di ieri. Qual è, secondo loro, il valore economico dei film d’altri tempi? « Al momento sono soprattutto le acquisizioni da parte delle reti televisive che permettono ai film del passato di recuperare le spese del restauro. Va da sé che una commedia popolare trasmessa più volte non avrà lo stesso valore di un film riscoperto durante una retrospettiva, quindi è difficile calcolare una media. »

In ogni caso, la potenza di questo filone del cinema a livello di mercato non è da sottovalutare, come ben sa l’apposito settore di Locarno che da quest’anno dedica una vera e propria sezione al cinema di patrimonio, con la piattaforma Heritage Online. Il futuro ha quindi grandi idee per il passato.

▶  Testo originale: italiano

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