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Hommage an Tiziana Mona

Chiara Fanetti
21. Juli 2022

Tiziana Mona © CORSI

Die im April 2022 verstorbene Tiziana Mona war eine zentrale Figur im Tessiner Journalismus und bei der Einführung des Pacte de l’Audiovisuel.

Als in den Sechzigerjahren die Perspektive darin bestand, das Tessiner Lehrerseminar zu besuchen und den damaligen Freund zu heiraten, sagte das Mädchen Tiziana Mona (geborene Magni) «nein danke». Lehrerin werden und eine Familie gründen gehörte zu den vorgezeichneten, gesellschaftlich akzeptierten Laufbahnen für Frauen: würdevoll, ohne Zweifel, aber nicht ihr Weg. Sie wollte zum Arbeiten in die Deutschschweiz.

1969 wurden die Fernsehnachrichten der SRG SSR aus Zürich gesendet, wo die Ausgaben aller Sprachregionen produziert wurden. In diesen Studios fand Tiziana Monas Name Eingang in die Geschichte des Fernsehens: Sie war schweiz- und europaweit die erste Frau, die eine Nachrichtensendung moderierte.

Ein Meilenstein auf dem langen Weg der Frauen zur beruflichen Gleichstellung (noch bevor das Frauenstimmrecht auf Bundesebene eingeführt wurde), wobei sie selbst mehr als einmal von «Zufall» oder «Glück» gesprochen hat, auch wenn ihre direkte Art und die «Prise Unverfrorenheit», über die sie verfügte, wie sie 2021 in einem Interview mit der RSI erklärte, sicherlich das Ihre dazu beigetragen haben.

Nach der Nachricht von ihrem Tod am 5. April 2022 erinnerte man sich im Tessiner Journalismus an eine versierte, kompetente, von einer grossen Begeisterung für die Arbeit und die Menschen getragene Fachfrau und Pionierin, die als Moderatorin begann und zur Verantwortlichen für die nationale Fernsehnachrichtenredaktion, zur Korrespondentin und später, in den Neunzigern, zur Koordinatorin der Fernsehprogramme der SRG SSR aufstieg. In diesem Jahrzehnt trug sie massgeblich zur Gründung des Pacte de l’Audiovisuel bei, der 1997 eingegangenen Verpflichtung des öffentlich-rechtlichen Fernsehens, mit der Schweizer Filmbranche zusammenzuarbeiten.

Tiziana Mona war aber mehr als nur eine hervorragende Journalistin. Sie war eine kulturell engagierte Frau, die sich auch als Mitglied der Eidgenössischen Filmkommission und des Vorstands des Locarno Film Festival für das Filmschaffen einsetzte und Veranstaltungen im Cinema Leventina in Airolo organisierte, wo sie jeweils die Gespräche mit Regisseur:innen und Autor:innen moderierte. In jener Leventina, die sie aufgenommen hatte, als sie aus der Deutschschweiz ins Tessin zurückkehrte (ursprünglich stammte sie aus Chiasso), und der sie sehr viel zurückgegeben hat, beispielsweise als Mitglied des Stiftungsrates des Dazio Grande in Rodi-Fiesso, wo sie für das Kulturprogramm zuständig war, oder als sie sich dafür einsetzte, das naturhistorische Museum von Lugano nach Faido zu bringen, was ihr allerdings nicht gelang.

Von 1980 bis 1994 war sie Zentralpräsidentin des Schweizer Syndikats Medienschaffender (SSM) und 2012 bis 2015 Präsidentin des Publikumsrats der italienischsprachigen Schweiz CORSI. Wenn man auf ihr Leben zurückblickt, scheint es fast, als wären Kämpfe für sie der Normalzustand gewesen, ein logisches – immer ruhiges, aber direktes – Handeln zum Wohl der Gesellschaft und der Region, und Kämpfe zu verlieren bedeutete nicht aufgeben, im Gegenteil.

Tiziana Mona setzte sich mit grosser Selbstverständlichkeit und entschlossen für die Sache der Frauen, für die Kultur und das Tessin ein, auch als sie schon pensioniert war. Von ihrem Haus in Ambrì aus hat sie sich im Laufe der Jahre, in ihrem eigenen Tempo und basierend auf eigenen Entscheidungen, eine Familie und eine vielfältige Karriere aufgebaut.

 

Originaltext Italienisch

 

Versione originale Italiano:

Un omaggio a Tiziana Mona

Scomparsa ad aprile 2022, è stata una figura centrale per il giornalismo ticinese e per la creazione del Pacte de l’Audiovisuel.

Negli anni ’60 di fronte all’ipotesi di frequentare le scuole magistrali in Ticino e di sposarsi con il fidanzato dell’epoca, Tiziana Mona (nata Magni, nel 1944), ancora ragazza, disse « no, grazie ». Diventare maestra e creare una famiglia era uno dei percorsi già tracciati e socialmente accettati per le donne in quel periodo: più che dignitoso, nulla da dire, ma semplicemente non era il suo. Lei voleva partire e lavorare nella Svizzera tedesca. 

Nel 1969 l’informazione televisiva della SRG SSR veniva trasmessa da Zurigo, dove si producevano le edizioni dei telegiornali per ogni regione linguistica del paese. È in quegli studi che il nome di Tiziana Mona è entrato nella storia della comunicazione televisiva: la prima donna, in Svizzera ed Europa, a condurre il telegiornale. Un evento che in Svizzera ha segnato un punto importante nel lungo percorso compiuto dalle donne per cercare la parità in campo professionale (avvenuto quando non avevano ancora il diritto di voto a livello federale) ma descritto più volte dalla sua protagonista come « casuale », un « colpo di fortuna », sostenuto però dal suo essere una persona diretta e con un pizzico di « faccia tosta », come dichiarato in un’intervista rilasciata alla RSI nel 2021. 

Alla notizia della sua scomparsa, avvenuta il 5 aprile 2022, tutto il giornalismo ticinese ha ricordato una professionista preparata, competente, mossa da grande entusiasmo per il lavoro e per le persone, una pioniera nel settore, passata dal ruolo di conduttrice a quello di responsabile della redazione nazionale del telegiornale, inviata ed in seguito coordinatrice dei programmi tv della SRG SSR, negli anni ’90. Un decennio in cui fu centrale il suo apporto per la creazione del Pacte de l’Audiovisuel, l’impegno di collaborazione preso dal servizio pubblico radiotelevisivo nei confronti del settore cinematografico nazionale, sancito nel 1997.

 

Cinema, cultura, territorio 

Tiziana Mona non è stata però solo un’ottima giornalista. È stata una donna di cultura che del cinema si è occupata anche come membro della Commissione federale per la cinematografia e del comitato del Locarno Film Festival, o ancora con l’organizzazione di eventi presso il Cinema Leventina di Airolo, dove era solita moderare gli incontri con registi e autori. Quella valle Leventina che l’aveva accolta (era nata a Chiasso) al rientro in Ticino dalla Svizzera interna e alla quale ha restituito moltissimo, ad esempio come membro del Consiglio di Fondazione del Dazio Grande di Rodi-Fiesso, dove è stata responsabile delle attività culturali, o ancora impegnandosi per portare il Museo di storia naturale da Lugano a Faido, senza tuttavia riuscirvi. Già presidente centrale del Sindacato svizzero dei mass-media (Ssm) dal 1980 al 1994 e del Consiglio del pubblico CORSI dal 2012 al 2015, nel ripercorrere la sua vita sembra quasi che le battaglie per lei fossero una condizione normale, un logico agire - sempre pacato ma diretto - per il bene della società e del territorio, e perderle non significava smettere di portarle avanti, anzi.

Tiziana Mona si è impegnata per la causa femminile, per la cultura e per la Svizzera italiana con naturalezza e determinazione, anche dopo la pensione, dalla sua casa di Ambrì dove, seguendo i suoi tempi e le sue scelte, ha costruito negli anni una famiglia e una ricca carriera. 

 

 

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