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Ein Erbe, das es zu bewahren gilt

Chiara Fanetti
27. März 2022

Mitarbeiterinnen von Cineteca mit Regisseur Villi Hermann im Büro von Imagofilm, Lugano

Dank der Zusammenarbeit zwischen der Ticino Film Commission und der Cinémathèque sollte es in Zukunft einfacher sein, Werke, die im Tessin geschaffen worden sind, zu schützen, zu restaurieren und bekannter zu machen.

«Vollständig im Tessin produziert, in den Studios von Locarno Film», ist im Trailer von «Eve» zu lesen, dem einzigen Überbleibsel des ersten Tessiner Spielfilms, der 1939 von Franco Borghi gedreht wurde und von dem heute nicht einmal mehr das Originalnegativ vorhanden ist. Damit sich Ähnliches nicht wiederholt, unterzeichnete die Cinémathèque suisse Ende 2021 eine Vereinbarung mit der Stiftung Ticino Film Commission, um künftig gemeinsam dafür zu sorgen, dass Dokumentationsmaterial zu Tessiner Filmen und anderen audiovisuellen Werken künftig übernommen und konserviert wird. Synergien mit der TFC zu nutzen sei notwendig und naheliegend, «es erleichtert den Kontakt zu Tessiner Regisseuren und Produktionsfirmen, die vielleicht noch Material im Keller haben und bereit wären, es der Cinémathèque zu übergeben, damit es erhalten bleibt», sagt Frédéric Maire, der Direktor der Cinémathèque suisse, in einem Telefongespräch. Material, das aus Negativen, Filmrollen, Fotografien, Drehbüchern, aber auch Dokumenten, Rechnungen, Korrespondenz, Verträgen und Plakaten bestehen kann.

Dem Originalgemälde des Plakats von «Eve», auf das die Stiftung in den Archiven des Locarno Film Festivals stiess, ist es zu verdanken, dass diese Zusammenarbeit vor einigen Monaten Gestalt annahm. Nachdem das Originalplakat ins Archivierungszentrum der Cinémathèque nach Penthaz transportiert worden war, wurde es digitalisiert, ins Archiv aufgenommen und anschliessend auf den Websites und in den sozialen Netzwerken der beiden Institutionen mit der Öffentlichkeit geteilt.

Nach der Unterzeichnung dieser Vereinbarung und ersten Resultaten reiste Personal der Cinémathèque suisse Anfang 2022 ins Tessin, um sich einen ersten Eindruck zu verschaffen und Archivgut aus Produktionsfirmen und von Privaten in Empfang zu nehmen.

«Die TFC ist für uns wie eine Antenne vor Ort. Die Nähe der Stiftung zur lokalen Filmwelt ist essenziell, gerade weil das Tessin etwas weiter weg ist und man dort vielleicht nicht als erstes an die Cinémathèque denkt, wenn man einen sicheren Aufbewahrungsort für sein Material sucht», fährt Maire fort. Wobei diese Funktion der Cinémathèque während der coronabedingten Lockdowns in allen Landesteilen wiederentdeckt wurde: «Was macht ein Produzent oder Regisseur, wenn er wochenlang zu Hause sitzt? Er stöbert im Dachboden, merkt, dass er noch eine Menge Material von seinen Filmen hat, und überlegt, was er damit anstellen soll. Wir haben beobachtet, dass uns nach den Schliessungen und Teilschliessungen deutlich mehr Material erreichte.»

Der Tod einiger Persönlichkeiten der Tessiner Filmszene in jüngster Zeit – darunter Tiziana Soudani und Andres Pfaeffli – hat auch dazu geführt, dass man sich in der Branche Gedanken über die Bewahrung des Erbes von Kolleginnen und Kollegen macht.

«Es ist beeindruckend, wie viel in dieser kleinen Region läuft», sagt Maire, «Pic Film ist eine wichtige Firma für die Postproduktion, Amka hat solide Beziehungen zu Italien aufgebaut, Ventura Film ist sehr nahe an der Region, Villi Hermann geniesst als Regisseur und Produzent grosses Ansehen. Es handelt sich um eine gut strukturierte, sehr aktive Szene, die der Romandie oder Deutschschweiz das Wasser reichen kann.»

Dank der Zusammenarbeit zwischen einer regionalen Institution wie der Ticino Film Commission und einer nationalen Institution wie der Cinémathèque sollte es in Zukunft einfacher sein, die Werke, die im Tessin in vielen Jahren Arbeit produziert und geschaffen worden sind, zu schützen, zu restaurieren und bekannter zu machen.

 

Un’eredità da conservare

Completamente realizzato in Ticino, negli studi della Locarno film». Così si può leggere nel trailer di «Eve», che è tutto ciò che resta del primo film di finzione ticinese, girato da Franco Borghi nel 1939, di cui ai giorni nostri non è arrivato nemmeno il negativo originale, andato perduto chissà dove. 

Per evitare che fatti simili accadano di nuovo, la Cineteca svizzera a fine 2021 ha siglato un accordo con la fondazione Ticino Film Commission per sviluppare una collaborazione per il recupero e la protezione della documentazione riguardante film e altre opere audiovisive ticinesi. Una sinergia necessaria e logica quella con la TFC, che può «facilitare i contatti con registi e produttori ticinesi che forse hanno ancora del materiale in cantina e che sarebbero disposti a depositarlo presso la Cineteca per salvaguardarlo», come ci ha detto in uno scambio telefonico Frédéric Maire, direttore della Cinémathèque suisse. Materiale che può comprendere negativi, pellicole, fotografie, sceneggiature ma anche documenti, fatture, corrispondenza, contratti e manifesti.

Ed è proprio grazie al dipinto originale del manifesto di «Eve», recuperato dalla fondazione negli archivi del Locarno Film Festival, che questa collaborazione ha preso corpo qualche mese fa. Trasportato fino al deposito della Cineteca a Penthaz, canton Vaud, il manifesto originale di «Eve» è stato digitalizzato, archiviato ed in seguito condiviso con il pubblico, sui siti e sui canali social delle due istituzioni. 

 

Un'antenna sul territorio

A seguito dell'accordo e dei primi risultati, il personale della Cineteca è giunto in Ticino a inizio 2022 per una prima valutazione e presa a carico di documenti d’archivio presenti presso uffici di case di produzione o abitazioni private.

«La TFC agisce per noi come una sorta di antenna sul territorio. È fondamentale la prossimità che c’è tra la fondazione e il mondo del cinema locale, soprattutto considerato che forse il Ticino si sente un po’ distante e non pensa subito alla Cineteca come luogo sicuro per la salvaguardia del proprio materiale», continua Maire. Funzione che è stata comunque riscoperta, a livello nazionale, durante i lockdown imposti dal Covid-19: «cosa fa un produttore o un regista che resta chiuso in casa per settimane? Va a frugare in soffitta e scopre che ha ancora moltissimo materiale legato ai suoi film, e si chiede cosa farne. Abbiamo visto un netto aumento dei depositi dopo le fasi di confinamento e di semi-confinamento».

La recente scomparsa di alcune figure fondamentali per la produzione cinematografica ticinese (ricordiamo Tiziana Soudani e Andres Pfaeffli) ha inoltre innescato nel settore una riflessione più ampia, che riguarda la protezione dell’eredità lasciata da questi professionisti. Come Maire ci ha ricordato, «in una regione così piccola c’è una realtà impressionante. La Pic Film è importante per la post-produzione, Amka ha stabilito solide collaborazioni con
l’Italia, la Ventura film è molto vicina al territorio, Villi Hermann è uno stimato regista e produttore. Sono realtà strutturate, molto attive, che non hanno nulla da invidiare alla Svizzera romanda o tedesca». 

Grazie alla collaborazione tra un ente regionale come la Ticino Film Commission e un’istituzione nazionale come la Cineteca, ora probabilmente sarà più facile proteggere, restaurare e promuovere quanto prodotto e creato da queste realtà in tanti anni di lavoro.   

Versione originale : Italiano

 

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